È forse la paura di dire: “Non lo so”? Quello che segue è un episodio che mi è capitato alcuni anni fa. Mi chiedo come mai, da quella che è stata la mia esperienza, alcune persone -alle quali fai una domanda inerente il loro lavoro e non sanno risponderti- si inventano la risposta! Possedevo una chiavetta (che generava codici) che mi aveva fornito la banca per poter operare in homebanking. Considerato che avevo la chiavetta da alcuni anni e non avrei voluto trovarmi nella situazione che la batteria interna si fosse scaricata proprio quando ne avrei avuto bisogno per un’operazione, ero andata in banca ed avevo chiesto (all’impiegata della scrivania “Informazioni”) se c`era un modo per sapere se la chiavetta era da sostituire o meno. Risposta: “È da tanto che ce l’ha?”, e io: da “Qualche anno”. E lei: “Beh, allora gliela sostituiamo, non c’è modo di sapere se la batteria è scarica!”. Naturalmente tutto a carico mio, anche se la chiavetta non era da sostituire! Qualcuno mi aveva precedentemente detto che c’era un modo per verificare l’autonomia della chiavetta, per cui, non contenta della risposta, uscita dalla banca ricordo che avevo chiamato il numero verde. Ed ecco che la risposta corretta mi veniva data e grazie alla quale avevo scoperto che la chiavetta non era da sostituire perché era a metà della sua autonomia! Riflessioni: Quanta importanza ha per me il cliente? E quanto è importante la sua soddisfazione? Ognuno di noi ha almeno un “cliente”, inteso come qualcuno a cui poter dare un servizio e non mi riferisco solo al cliente sul posto di lavoro; il “cliente” è colui che mi dà l’opportunità di essere utile -possibilmente con gentilezza e sorriso-. Ossérvati: come ti comporti? A proposito: io potrei anche essere il cliente di me stesso: ogni volta che è importante che io faccia qualcosa per me stesso/a, come lo faccio? Così, tanto per fare qualcosa, o con accuratezza? Quanto sono importante per me stesso/a? Anche queste “piccole” cose determinano la qualità della vita che ci concediamo! |